Breve storia
1913
Nel lontano 19 ottobre 1913, fu solennemente inaugurato il ricovero militare per le esercitazioni alpinistiche delle truppe da montagna, costruito nel 1903/05 lungo la Linea Gialla, intitolato a Pietro Galassi, tenente del VIIº Alpini, morto per malattia ad Aziza in Libia nel maggio del 1913. La caserma, che ospitava 250 uomini e 10 quadrupedi con annesso un osservatorio in legno capace per 16 uomini, rimase attiva fino al 1928, anno in cui fu poi abbandonata.
1930
Negli anni Trenta, il ricovero “Pietro Galassi” è in consegna alla Sezione di Pieve di Cadore del CAI e gestito dal 1933, seppur non in continuità, dalla coppia Marco Moretti “Moro” e Celina Zugliani di Calalzo.
1950
Il 31 marzo 1937 fu restituito all’autorità militare e dal 1950 affidato alla Sezione di Mestre del CAI che lo inaugura il 5 agosto dello stesso anno con i medesimi gestori che rimasero fino al 1960. Ormai Rifugio Alpino a tutti gli effetti, fu ristrutturato sia nel 1967 che nel 1973.
dal 1970 ad OGGI
Dal 1970 il Rifugio è il fiore all’occhiello della Sezione, soprattutto per quella splendida pagina di volontariato e altruismo che ogni estate felicemente si rinnova con l’autogestione. Un’esperienza gratificante dai molti aspetti morali e sociali.
Oltre un centinaio di Soci, ogni anno, si alternano gratuitamente con turni settimanali nelle attività di cucina, bar, servizi vari, dedicando parte delle proprie vacanze a tale servizio.
Una commissione sezionale è preposta a curare le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, l’aspetto economico e amministrativo, nonché raccogliere ed organizzare la disponibilità alla gestione dei Soci che ne fanno esplicita richiesta.
Il Rifugio, che ha una capienza di circa 100 posti letto, è aperto dall’ultima decade di giugno alla penultima di settembre.
Curiosità
Per la cronaca, è curioso riscontrare che nella guida “The Eastern Alps” di Karl Baedeker, pubblicata a Londra nel 1895, il “rifugio” risultasse già esistente: lo si raggiungeva in tre ore e mezzo di cammino da San Vito di Cadore; diversamente invece si riscontra, all’interno della pubblicazione locale “L’Alpigiano” (n.17 del 18/05/1895), che nel maggio 1895 la comunità di San Vito abbia respinto il progetto della Sezione di Venezia del CAI di “erigere sugli anfratti orridi dell’Antelao un rifugio di qualche importanza”.