Tra le opportunità collegate all’uso del Centro c’è la disponibilità di una “palestra naturale” a circa 10 minuti dal Rifugio. Attrezzata a palestra di arrampicata è inoltre dedicata a Renzo Mingardo, istruttore della Scuola di Montagna “Cesare Capuis” caduto sull’Antelao nel 2011. Gli itinerari (una decina) sono stati attrezzati con la modalità della super protezione per favorire la salita in sicurezza. Le soste, attrezzate a 25 metri, consentono l’uso di corde singole di almeno 50 metri (consigliati 55 metri). Le difficoltà vanno dal IV° al VI° grado e si prestano ad attività didattiche rivolte all’insegnamento delle tecniche del movimento di arrampicata e delle manovre di autosoccorso. Per le salite e qualsiasi attività vi si svolga alla base della falesia, è obbligatorio l’uso del casco.
CENTRO DI ATTIVITÀ ALPINE
Il Rifugio Galassi dispone del “Centro di Attività Alpine”, situato all’ultimo piano e composto da un’ampia sala conferenze polifunzionale ed una sala adibita a deposito materiali tecnici. Il Centro si propone come base d’appoggio per le attività delle Scuole d’Alpinismo del CAI e per tutte le associazioni o gruppi interessati ad organizzare corsi, congressi, convegni, lezioni didattiche, ecc. Viene messa a disposizione una sala con circa 50 posti a sedere attrezzata di strumenti di proiezione e di materiale didattico dedicato alla montagna. I frequentatori del Centro potranno usufruire dei servizi di vitto ed alloggio predisposti dal Rifugio Galassi a prezzi convenzionati. Il Centro è dedicato a Gianluigi Visentin e Roberto Malgarotto, istruttori della Scuola di Montagna “Cesare Capuis” della Sezione di Mestre scomparsi nel 1992, vittime di una valanga nell’Himalaya.
ALTA VIA N° 5 (DI TIZIANO)
Con inizio a Sesto (1317 m) in Val Pusteria (Bz) e termine a Pieve di Cadore (880m – prov. BL), questa Alta Via percorre, con tracciato irregolare e “singolare” i circa cento chilometri che separano queste due località. È detta anche “Via di Tiziano” in onore del pittore rinascimentale Tiziano Vecellio, illustre figlio del Cadore che proprio a Pieve vide i natali. Con una sua propria “identità d’itinerario” per gran parte del percorso, l’Alta Via n° 5 s’interseca con la “sorella” numericamente precedente (Alta Via n° 4) nella zona del massiccio dell’Antelao, e prosegue con essa fino al termine. È l’Alta Via più “orientale” delle Dolomiti centrali ed attraversa interamente un gruppo montuoso che, per vicinanza con vette più famose, per lunghezza negli itinerari e per scarsità nei punti di appoggio, è ancor oggi un luogo incantevolmente affascinante e selvaggio: le Marmarole. Prima di giungere in queste zone, il percorso attraversa le Dolomiti di Sesto, la Val Giralba e tocca Monte Agudo.
ALTA VIA N° 4 (DI GROHMANN)
Percorso che si snoda da San Candido (1173 m) in Val Pusteria (Bz) a Pieve di Cadore (880 m – BL), su una lunghezza complessiva di circa novanta chilometri. Tecnicamente impegnativa, anche se relativamente “breve” in termini di lunghezza, l’Alta Via è caratterizzata da paesaggi singolarmente affascinanti che, nel loro continuo susseguirsi, permettono al fruitore di questo percorso di arricchirsi di splendidi scenari di alta montagna. Intitolata a Paul Grohmann, famoso esploratore viennese che proprio nelle zone interessate dal percorso compì numerose prime ascensioni. Il percorso presenta numerosi tratti attrezzati, tanto che alcuni vorrebbero definirla “Alta Via ferrata”; questi tratti sono impegnativi ed a volte molto esposti: richiedono quindi pratica ed esperienza e, a differenza di altri itinerari simili, non sono presenti varianti tecnicamente meno impegnative per evitarli. Nella parte finale, e precisamente nella zona del massiccio dell’Antelao, il percorso s’interseca con quello dell’Alta Via n° 5 (o “di Tiziano”) con la quale prosegue sino al termine.
SENTIERO NATURALISTICO-GLACIOLOGICO DELL'ANTELAO
Il SNGA si sviluppa interamente all’interno del gruppo montuoso anzidetto, racchiuso tra la Valle del Boite, la Valle del Piave e la Val d’Oten. Il percorso consente un viaggio a ritroso nel passato geologico della regione dolomitica: sarà come sfogliare un grande libro i cui capitoli sono costituiti dalle formazioni rocciose con le loro successioni di sedimenti stratificati e con i loro fossili. La parte principale di questo libro è rappresentato dalla Dolomia Principale, roccia che dà il nome alle Dolomiti, e che costituisce appunto l’ossatura dell’Antelao. Il SNGA viene generalmente suddiviso in tre tappe: Prevede come punto di partenza e di arrivo l’abitato di S. Vito di Cadore (1100 m). Passando poi per il Rifugio San Marco, si raggiunge il Rifugio Galassi (primo punto tappa) e successivamente il Rifugio Antelao (secondo punto tappa), per ritornare al punto di partenza. Le peculiarità naturalistiche e geologiche del percorso sono state approfondite nella pubblicazione “Il Sentiero Naturalistico-Glaciologico dell’Antelao”, a cura del Comitato Scientifico Veneto Friulano e Giuliano.
ANELLO PRACIADELAN - GALASSI - PRACIADELAN
Parcheggiando la macchina in località Praciadelan è possibile compiere un bellissimo giro ad anello. Dopo aver raggiunto il Rifugio Galassi e il Ghiacciao Superiore, dal bivio a quota m. 1920 (vedi paragrafo precedente), si segue il sentiero n.258 che scende percorrendo il verdissimo pianoro denominato Piani di Antelao (baite) fino a raggiungere il Cason Antelao (1672 m); il percorso prosegue ripido verso valle insinuandosi nel bosco fino a raggiungere la comoda carrareccia a fondo naturale che conduce a località Praciadelàn (ore 6 circa dal Rifugio Galassi).
AL RIFUGIO ANTELAO (1796 m)
Sempre proseguendo per il sentiero n.250, dalla Forcella del Ghiacciaio si scende fino a raggiungere la sottostante testata del Vallon Antelao. Proseguendo si giunge al bivio del Vallone dell’Antelao (1920 m) e tralasciato il sentiero n.258 che conduce alla Val d’Oten ed a Calalzo, si entra nel solco della Val Campestrin per poi salire lungo il pendio che conduce a Forcella Piria (2096 m). La discesa avviene costeggiando le modeste cuspidi delle Crode di San Pietro per poi scendere fino a Sella Pradonego, ove sorge il rifugio Antelao. (ore 6 circa dal Rifugio Galassi)
GHIACCIAIO SUPERIORE
Il secondo bacino lo si raggiunge proseguendo lungo il sentiero n.250, fino alla base della facile ferrata che sale direttamente alla Forcella del Ghiacciaio (2545 m). Si tratta di un percorso artificiale di media difficoltà, attrezzato con cavo metallico, che permette di risalire abbastanza agevolmente la bastionata rocciosa di circa 200 metri che separa le morene del Ghiacciaio Inferiore dalla Forcella del Ghiacciaio. Si trova lungo il tratto comune delle Alte Vie n° 4 e n° 5 tra il Rifugio Galassi ed il Rifugio Antelao. (ore 2.30 circa dal Rifugio Galassi). Necessario Kit da ferrata.
GHIACCIAIO INFERIORE
Il massiccio dell’Antelao riserva ancora la presenza di due bacini ablatori di neve e ghiaccio. Il primo lo si può raggiungere dopo breve escursione lungo il facile sentiero n.250, che costeggia a sinistra l’ampia conca sotto la cima, dove scendono i canali collettori Oppel e Arnaldi. Nonostante l’evidente ritiro è tuttora possibile raggiungerlo in ogni stagione (ore 1 circa dal Rifugio Galassi).
MARMAROLE RUNDE
È un nuovo percorso ad anello che permette, in un periodo da 3 a 5 giorni, di fare il giro completo del Gruppo delle Marmarole, catena montuosa che si sviluppa per 13 km da Ovest verso Est. ll trekking inizia nel parcheggio a valle del Monte Agudo. Raggiunto il rifugio Monte Agudo (1573 m), parte il sentiero che con ampi saliscendi porta sui vasti prati di Pian dei Buoi. Da qui, seguendo una strada militare, si arriva al rifugio Ciareido, (1969 m). La visione da quel punto è straordinaria perché l’occhio scorre sulla catena di montagne di fronte: Dolomiti dell’Oltrepiave, del Cridola, del Centro Cadore e sugli Spalti di Toro. Il trekking prosegue mantenendo la quota, per arrivare al rifugio Bajon (1826 m), da dove sempre per saliscendi si arriva al rifugio Chiggiato (1911 m). Si riprende in discesa la strada piuttosto ripida che porta in Val d’Oten ed alla Capanna degli Alpini (1395 m), dove inizia la salita per il rifugio Galassi (2018 m) e a Forcella Piccola. Percorrendo un sentiero a mezzacosta troviamo il rifugio San Marco (1823 m), da dove si sale a Forcella Grande a 2255 m, che rappresenta la quota più elevata dell’intero percorso. Da Forcella Grande si prosegue fino alla Riserva Naturale Orientata di Somadida per poi portarsi sulla strada statale. Da qui è possibile raggiungere il punto di partenza con i mezzi pubblici, mediante un taxi oppure percorrendo la ciclabile che in un paio d’ore consente di arrivare al parcheggio. Naturalmente, è possibile iniziare il percorso anche da Calalzo (tramite la Val d’Oten) o da San Vito di Cadore(transitando per il Rif. Scotter).